La filatura è tra le più antiche attività femminili. Fuso e conocchia sono tra gli oggetti più antichi e tradizionali delle donne e ne sono state ritrovate tracce (le fusaiole in ossidiana o terracotta) in siti archeologici risalenti anche a settemila anni fa, documentando la presenza, nel neolitico avanzato, della cultura agro-pastorale.
La loro permanenza millenaria nella quotidianità femminile ne ha fatto i simboli del lavoro domestico, dell’amore per la casa e la famiglia, entrando a pieno titolo nel racconto e nell’iconografia laica, ma anche sacra.
Troviamo il fuso e la conocchia anche in mano alla Madonna nel momento dell’Annunciazione.
Anche nel mondo greco ed etrusco, ed in epoca romana, le virtù domestiche femminili erano sintetizzate dalla conocchia e dal fuso, e con valore simbolico li ritroviamo rappresentati nelle mani delle donne sulle loro tombe.
In quanto strettamente connessi alla quotidianità femminile, erano donati nei riti nuziali ed erano inseriti nei corredi funerari.
Ma il fuso e la conocchia hanno assunto anche un carattere simbolico più ampio che attiene al destino e al tempo.
Essi sono in mano alle grandi Dee ed alle figure che, nell’antica mitologia, governavano i momenti più importanti del ciclo della vita, nonché alle donne presenti nelle scene di nascita.
Quindi, la canocchia e il fuso, strumenti femminili per eccellenza, sono assurti dal piano storico a quello metastorico, ricordando alle donne che sono state e sono un motore della storia, quella storia che, a differenza di quella ufficiale, dominata dal maschile e incentrata sulla conquista e detenzione del potere, attiene alla vita quotidiana e alla distribuzione orizzontale di quanto si inventa e si produce.
Del resto sono tra le prime invenzioni umane e, come l’arco e la ruota, hanno accompagnato le civiltà umane nel loro percorso fin dagli inizi.
estratto da: http://www.ponzaracconta.it/2013/05/21/la-donna-la-conocchia-e-il-fuso/