Quando ci siamo trasferiti qui, a Rocca di Montefortino, nostro figlio Matteo era molto piccolo e molte persone ci hanno accusato di essere egoisti nella scelta di questo stile di vita, con frasi del tipo “ma dove lo portate a vivere?” , “Lontano dalla civiltà” , “poi come farà a studiare…” E molte altre che evito di citare ma sempre sul genere.
Beh, oggi, a distanza di tre anni dal trasferimento qui, scrivo che siamo ORGOGLIOSI di averlo portato a vivere qui, per come vanno le cose “tra la civiltà”, preferiamo che si relazioni con piante ed animali piuttosto che con le persone cosiddette “civili”.
E poi, parliamoci chiaro, Matteo qui conduce una vita normalissima, anzi, in un contesto così piccolo è molto più spiccato lo spirito di comunità rispetto ad un paesotto qual’è Fermo. C’è la scuola, passa il pulmino a prendere i bimbi davanti al portone di ogni casa, ci sono attività di aggregazione e tutto quello di cui un bambino ha bisogno.
Fa tutte le attività che un bambino alla sua età dovrebbe fare (nella foto, per esempio, stava uscendo per andare in piscina ed è passato a salutare pecore e cani ?) ed in più ha la fortuna di poter correre a campi quando vuole, scava, costruisce, scopre cose…. Gioca all’aria aperta nella nostra più totale tranquillità e parla con gli animali!
Quindi, a tutti quelli che ci dicevano “ma do lu portete su fricu?” (Scusate ma in dialetto rende meglio!) Oggi suggerisco una riflessione:
Ammesso e non concesso che ci sia una “situazione ideale” uguale per tutti e che ognuno dovrebbe poter essere libero di scegliere dove e come crescere i propri figli, per come stanno andando le cose oggi, ci vuole più coraggio a vivere in città in un condominio con vicini sopra, sotto a destra e sinistra e lo stile di vita tipico della città?
O ci vuole più coraggio a vivere in contesti tipo quello che abbiamo scelto noi?
I coraggiosi, se ci pensate bene, non siamo noi! ☀️